La zona centrale (prima parte)

La parte centrale di Sampierdarena comprende Via Cantore (nella foto), la strada principale, e tutte le strade limitrofe, che scendono verso la zona portuale e che salgono verso la collina.

- Antonio Cantore, fu un valoroso generale alpino. Nacque a Sampierdarena il 4 Agosto 1860 e fin da giovanissimo decise d’intraprendere la carriera militare. A vent’anni era già sottotenente, ma la sua scalata ai gradi più alti fu lenta e solo a cinquantadue anni raggiunse la nomina a colonnello. Fu in quel periodo, nel 1912, che Cantore dimostrò tutte la sua abilità di stratega. Le prime grandi prove le fornì in Libia combattendo le bande ribelli e quando allo scoppio del primo conflitto mondiale fu richiamato in patria venne promosso generale ed assegnato alla II Brigata Alpina, con la quale occupò il Monte Baldo. L’8 Giugno del 1915 diventò comandante della II Divisione della IV Armata in Cadore, dove elaborò un piano per la conquista delle Tofane. Il 21 Luglio, per essersi sporto imprudentemente da una trincea, fu colpito in fronte da una pallottola nemica che lo uccise.

Via Cantore è una lunga strada che parte da Via Milano per giungere in Piazza Montano. Dopo un primo tratto in salita ci si ritrova al bivio per l’ingresso autostradale di Genova – Ovest, il più importante di Genova. Poco più avanti, sulla destra, s’imbocca Via San Bartolomeo del Fossato, l’antica mulattiera che saliva al Promontorio. Ora è una strada larga, ricca di palazzi, all’inizio della quale sorge la chiesa di San Bartolomeo del Fossato, nata dalle macerie dell’antica Abbazia distrutta dal bombardamento del 1944. L’attuale edificio, costruito su disegni dell’architetto Erio Panarali, venne terminato nel 1960. La chiesa non ha mai perduto il titolo di Abbazia che le fu ufficialmente riconosciuto nel 1900. All’interno è conservato un prezioso polittico del 1380 di Barnaba da Modena, importante testimonianza d’arte gotica.

Proseguendo per Via Cantore, in direzione ponente, incontriamo, sempre sulla destra, Via Balbi Piovera che conduce all’Ospedale “Onofrio Scassi”, il nosocomio di Sampierdarena, uno dei più grandi di tutta Genova.

Subito dopo Via Balbi Piovera si trovano i Giardini di Villa Scassi (nella foto), i quali facevano parte, un tempo, del grandissimo parco che circondava Palazzo Imperiale. Questi giardini nel periodo del “Rinascimento” sampierdarenese erano vastissimi e partivano dal mare per arrivare sino alla collina. La villa, infatti, aveva l’ingresso principale prospiciente la spiaggia e, ai lati e sul retro, il parco saliva in una miriade di sentieri tra alberi ed aiuole; caverne con statue mitologiche e grandi fontane creavano un ambiente fantastico e surreale. Attualmente, i giardini sono in fase di ristrutturazione per essere riportati ai fasti di un tempo; è comunque ancora possibile ammirare le grandi vasche, gli antri artificiali, le scale e i sentieri di mattoni rossi.

Nei primi anni del ‘900 la parte centrale del parco venne demolita per costruire il campo di calcio della “Sampierdarenese”. Lo stadio soprannominato “Bomboniera” (nella foto), per la sua accogliente struttura, fu raso al suolo per la costruzione di Via Cantore.

Proseguendo verso ponente s’incontra, a destra, una strada in salita: Corso Martinetti, che è la via che conduce a Belvedere.

Salendo per circa cinquanta metri e girando a sinistra, ci si ritrova in Via G.B. Monti, dove si può ammirare la maestosa chiesa di Nostra Signora del S.S. Sacramento, un edificio in stile gotico lombardo costruito nel 1929 dall’architetto Adolfo Zacchi di Milano, con gli affreschi di Angelo Vernazza e i disegni delle artistiche vetrate ad opera del Prof. Zuccaio. All’interno della chiesa si possono ammirare pregevolissimi marmi e profuse dorature, oltre a dieci splendide colonne di granito che sorreggono la volta. L’edificio durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti aerei, riportò notevoli danni che portarono alla distruzione delle grandi finestre della facciata, del mosaico del portale e delle artistiche vetrate principali dell’abside.

- Gian Battista Monti, nacque a Sampierdarena nel 1797, l’anno della proclamazione della Repubblica Ligure. Entrato nel 1814 all’Accademia Ligustica di Belle Arti fu subito riconosciuto come uno degli allievi migliori. Spinto dalla grande passione per l’arte si trasferì a Roma per potersi confrontare con i migliori artisti dell’epoca, partecipando al concorso di pittura dell’Accademia di San Luca, dove dominava la figura di Antonio Canova. In pochissimi giorni fu in grado di realizzare un “San Gerolamo” a grandezza naturale che gli procurò gli elogi e l’ammirazione dei critici romani. Iniziò a lavorare alacremente dipingendo opere d’altissimo livello che nell’800 furono vendute in America. Quando il successo cominciava a dargli enormi soddisfazioni morì a soli ventisei anni. Sulle cause della sua morte non si hanno notizie certe, anche se molti, all’epoca, sostennero che fosse stato avvelenato da un collega invidioso, che poi morì il giorno dopo precipitando in un burrone. E’ più verosimile la versione secondo la quale il decesso fu causato, visto il temperamento irrequieto dell’artista, da un ictus provocato dalla tensione e dall’eccessivo lavoro.